«Caro Michele, grazie
per questi dieci anni»

Abbadia Dolore e tante lacrime alle esequie di Michele, il bambino vinto dalla malattia. La maglia bluceleste sulla bara: «Era un grande tifoso». La musica di Vasco Rossi per l’addio

Lacrime e un dolore straziante al funerale di Michele Barra, il bambino di 10 anni strappato all’affetto dei suoi genitori, mamma Paola e papà Stefano, da una malattia contro cui ha combattuto con tutte le forze per un anno e mezzo.

Come ultimo gesto di generosità la famiglia ha chiesto di non portare fiori ma di fare donazioni al soccorso degli alpini di Mandello. Per l’ultimo commosso saluto ieri nella parrocchia di San Lorenzo c’erano i suoi compagni di classe, quelli di catechismo, che hanno intonato per lui “Ho una gioia nel cuore”, l’inno del suo gruppo di catechesi. Sulla bara la maglia bluceleste del Lecco, la squadra di cui Michele era tifoso, e quella arancione del Centro Sport di Abbadia. Michele non perdeva una partita, amava lo sport, il calcio ma anche il rally. Gli piaceva la musica e aveva frequentato dei corsi a Mandello alla fondazione Carcano. Frequentava il Centro Sport di Abbadia presente ieri con un gruppo di atleti.

Una cerimonia carica di commozione. «Non ci aspettavamo che Michele se ne andasse così in fretta. Sapevamo della sua malattia, abbiamo pregato tanto per lui. Abbiamo sperato in un miracolo, quel miracolo che però non si è verificato - ha ricordato il parroco don Vittorio Bianchi -. Era un bambino forte. In questo triste momento per tutti noi ci stringiamo attorno alla famiglia, certi che ora Michele veglia su di noi. Grazie per questi dieci anni insieme alla tua famiglia, insieme a noi».

Toccanti le parole degli zii. «Michele che sempre chiedeva per piacere e sempre diceva grazie. Michele che amava disegnare paesaggi, e che confortava i suoi genitori dicendo che stava bene, che non soffriva, che i dolori erano passati. Grazie per essere stato con noi». Il bambino, malato di un tumore osseo, aveva affrontato con coraggio il suo calvario, le cure, i ricoveri in ospedale e la sofferenza. Gli educatori del Cres, il centro estivo, hanno ricordato la sua passione per il calcio, e per quella medaglia come migliore arbitro ottenuta mesi scorsi nel torneo estivo.

Michele frequentava la quinta elementare della scuola di via per Castello. Nell’ultimo mese e mezzo le sue condizioni si erano aggravate ed era stato costretto a restare a casa, ma i compagni e le insegnanti lo tenevano informato, e tutti fino alla fine hanno sperato di poter rivedere Michele sorridente e pronto a correre, a dare un calcio al pallone e segnare il gol.

Bandiere a mezz’asta

È stato, quello di ieri, il giorno delle lacrime trattenute a stento, dei tanti bambini commossi attorno all’altare, della comunità di Abbadia che si è stretta a quella di Mandello, con il tricolore a mezz’asta listato a lutto in segno di vicinanza alla famiglia. Stefano Barra, il papà di Michele, è cresciuto a Mandello dove è molto conosciuto.

Al termine della cerimonia funebre, prima dell’ultimo viaggio in direzione del cimitero, su richiesta della famiglia, suono state suonate le note di alcuni brani di Vasco Rossi, per ricordare Michele e il suo grande coraggio. Quel coraggio e quella tenacia che lo hanno accompagnato fino a giovedì mattina quando il suo cuore ha smesso di battere. Tanti i messaggi di affetto giunti in queste ore alla famiglia distrutta dal dolore, che non dimenticherà mai il coraggio con cui Michele ha affrontato la malattia. “Angeli eravamo e angeli torneremo a essere. Il paradiso deve essere proprio un gran bel posto se il Signore ha portato lì Michele”. Questo il messaggio inviato da alcuni genitori a Paola e Stefano.

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