Omar Pedrini si racconta: «C’è una canzone per ogni pagina della mia vita»

Incontriamo Omar Pedrini all’ingresso del teatro Vittoria di Ponte, dopo una succulente cena valtellinese e prima della serata di presentazione di “Cane sciolto”. Senza preavviso si presta con gentilezza ad un’intervista.

Perché la ristampa di questo libro?

«Lo abbiamo ristampato, perché è andato esaurito in pochi mesi nel 2017, ma i fan e il pubblico ancora lo cercavano e lo chiedevano. La nuova versione del 2023, con 352 pagine, presenta una copertina rossa, al posto del blu della prima edizione, fotografie inedite e la produzione targata “Senza Vento Edizioni”; si apre con una nuova presentazione a cura dello scrittore Federico Scarioni, oltre alla prefazione di Manuel Agnelli, già presente nella prima edizione. Quelle che dovevano essere tre o quattro serate di presentazione del libro stanno diventando un vero e proprio tour e devo ammettere che ci fa molto piacere».

Cosa ci dice della foto in copertina?

«Nel 2015, Rolling Stone Italia, la celebre rivista musicale, aveva convocato cento artisti e addetti ai lavori per un numero speciale sulle cento facce della musica italiana. Ero lusingato da questo invito: sarei stato fotografato dal grande fotografo Giovanni Gastel. Ero ancora in ospedale, ma non volevo perdere questa occasione così ho anticipato l’uscita per farmi fotografare da lui. Un po’ zoppicante e ancora debole, mi sono presentato a Milano nello studio di Gastel. Beh … a me sembrava di essere fuori dal dentista con una coda lunga di persone. C’erano Vasco Rossi, Ligabue, tanto per citarne due, e tutti impiegavano cinque minuti. Sono entrato io. Gastel prima mi ha fatto qualche scatto con la mia seconda pelle, cioè la giacca di pelle, poi in t-shirt. Poi mi dice che avrebbe voluto fotografare i miei tatuaggi, ma io gli risposto che avevo un “tatuaggio” che neppure i calciatori potevano esibire ... la sutura fresca fresca dell’operazione e così è nata questa foto. Alla fine nel suo studio ci sono stato dentro quasi quaranta minuti».

Ecco che la serata di Ponte diventa anche occasione per fare il bilancio di una carriera?

«In effetti il tour mi sta facendo ripercorrere la carriera. Non ci pensavo neppure io, ma alle spalle ho 19 album e più di 250 canzoni pubblicate. Ho iniziato che avevo 19 anni, al primo festival di Saremo ci sono andato che ne avevo 23».

Se dovessimo scegliere uno dei messaggi di questo libro, cosa diremmo?

«Beh, faccio rispondere a Federico Scarioni, lo scrittore: il messaggio è che la vita va vissuta a pieno in ogni momento, nelle gioie e nei dolori, qui e ora».

Ma in “Cane sciolto” c’è più l’uomo o più il musicista?

«È una domanda che mi fa molto piacere, perché posso dire che questa biografia sia la storia del ragazzi e dell’uomo Omar. Credo che ci sia più vita che musica, ma questa sera, a Ponte in Valtellina, cercheremo di dimostrare che ogni pagina della mia vita corrisponde anche ad una canzone».

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