Torre, autopsia blindata
L’esito conduce all’assassino?

Non trapelano particolari dall’esame

Ma sul corpo dell’anziana ci sarebbero altre ferite

Blindatissimi gli esiti dell’autopsia sul corpo di Maria Adeodata Losa, l’anziana di 87 anni trovata senza vita, in una pozza di sangue, sul pavimento della cucina della sua abitazione, in via Piave a Sogno, frazione montana di Torre de’ Busi.

Dall’esame necroscopico non emergono particolari per una questione di assoluto riserbo rispetto alle indagini: ci sono accertamenti sui quali, per il momento, gli inquirenti necessitano tenere il massimo riserbo.

Pare comunque assodato che la poveretta sia morta per dissanguamento, per le due profonde ferite, una al collo, sotto la mascella, e l’altra al petto, sferrate con forza da un assassino ancora senza volto. Così com’è probabile che l’anatomopatologo Paolo Tricomi, primario emerito dell’ospedale Manzoni di Lecco, abbia rilevato ferite meno sostanziali, sul corpo della donna, segno però di una colluttazione.

Non è nemmeno dato sapere se nei polmoni della povera pensionata, che viveva con la sorella Leonilde di 96 anni, da tempo inferma e costretta a letto, ci fossero tracce di gas. Ed eventualmente in quali quantità.

Un particolare che potrebbe fare la differenza nella determinazione nell’orario esatto della morte e, quindi, orientare le indagini in una direzione piuttosto che in un’altra.

Ma ci sono altri particolari che, se confermati, porterebbero indietro le lancette dell’orologio di molte ore, addirittura a giovedì pomeriggio, quando Maria Adeodata, dopo pranzo, si sarebbe offerta di preparare il caffè alla sorella allettata.

Leonilde Losa ha atteso invano che la sorella tornasse al piano di sopra con la bevanda: non l’avrebbe più vista.

Il sindaco Eleonora Ninkovic è sicura: “I carabinieri stanno lavorando senza sosta. Lo prenderanno presto”.

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