Chissenefrega delle intercettazioni

Non è vero che sono un'emergenza. O meglio, lo sono solo per la Casta

Cara Provincia,
il telegiornale ci ha comunicato che dopo queste vacanze natalizie il Governo dedicherà tutto il suo impegno per risolvere... l’emergenza giustizia, il problema delle intercettazioni! Certo, "l’emergenza intercettazioni" è davvero tale, ma solo per la Casta, per noi cittadini non lo è di sicuro: è l’ultima possibilità per scoprire gli abusi di una classe politica parassitaria, arrogante, sostanzialmente impunita. Se anche si giunge a incriminare qualcuno, addirittura a condannare eventuali colpevoli di malversazioni, i reati finiscono prescritti, e i magistrati responsabili vengono trasferiti... Nessuno paga, o rifonde, o non viene ricandidato. L’emergenza allora dov’è? Non esiste nemmeno un’opinione pubblica capace di ricordarsi chi ha combinato che cosa... Dopo pochi giorni gli scandali si spengono e tutto ritorna come prima.
La vera emergenza è nell’aumento dei prezzi degli alimentari, che da quando la Lira è diventata Euro sono raddoppiati, ma non riguarda la casta, riguarda i cittadini, e nessuno ha ancora proposto come risolverla, se non con l’ottimismo!

Gabriele Della Vigna


Caro Della Vigna,
 la sua non è una lettera: è un corsivo al vetriolo. Per usare un’espressione riesumata di recente in riva al Lario, chissenefrega delle intercettazioni. Le persone oneste, che vivono del loro lavoro, che pagano le tasse, che si dannano l’anima tutto l’anno per onorare un patto sociale sempre meno sostenibile, parlano liberamente e non hanno nulla da temere. In questo momento c’è una sola emergenza che possa dirsi tale: quella economica. Le intercettazioni sono fumo negli occhi. Oppure, se preferisce, rappresentano il discrimine sottile fra gli onesti e chi ha la coscienza sporca, fra gli affari legittimi e il malaffare.
E’ un altro segnale che la Casta ha passato la misura e che il divario fra il mondo felpato della politica, sempre più colluso con quello dei soldi fatti male, e il Paese reale, che si ostina a vivere nel rispetto delle regole, è diventato un vallo insuperabile. Così il desolante panorama nazionale. Quello locale non è da meno.
Insomma, in questo scorcio di fine d’anno la politica ci riserva uno spettacolo decadente. Quanto potrà durare? Ancora a lungo, perché solo un devastante tsunami, un cataclisma sociale può mettere fine a questa politica predatoria, al sacco delle nostre città e alla protervia di chi le amministra. Ma allo stato, per cambiare le cose, non abbiamo altra arma che il voto: ricordiamocene al momento opportuno.

Pier Angelo Marengo

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