Lecco, cala va all'ospedale
«Picchiato da tifosi criminali»

L'ultima del patron bluceleste: si presenta al pronto soccorso, spiega la sua versione dei fatti e promette denunce e conferenze stampa

LECCO - La corda è tesissima e rischia di strapparsi. La situazione rischia di sfuggire di mano, se qualcuno non interviene per trovare una soluzione ai problemi del Lecco. Joseph Cala, infatti, ieri mattina, "mette il carico" a un clima già avvelenato e afferma di essere stato aggredito da un gruppo di sei-sette sedicenti tifosi del Lecco e di essere stato malmenato.

Il tutto sarebbe avvenuto allo stadio Rigamonti-Ceppi, in sede, verso le 11 di ieri. Come sempre in frangenti del genere, ci sono testimoni sia da parte di Cala sia dei supposti aggressori. Ma di denunce (con le varie versioni "ufficiali"), a ieri sera, non ne erano state depositate in Questura. E al 118 Cala è entrato in codice bianco (non necessita di cure, ma si vuol fare visitare).

«Questa mattina qualcuno ha suonato al campanello. Mi sono affacciato e non ho visto nessuno. Allora siamo scesi ad aprire e subito siamo stati circondati da questi criminali. Eravamo io ed Ernesto Nani (il direttore tecnico della Juniores, n.d.a.). A lui l'hanno minacciato mentre a me mi hanno dato botte. Mi hanno colpito in viso. Ho male al collo».

L'intervista a Cala, la cronaca di un'ennesima giornata incredibile e tutti i commenti sull'edizione de La Provincia di Lecco in edicola sabato 11 agosto 2012.

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