Cara Provincia,
ho visitato negli scorsi giorni, nelle sale della Permanente di Milano, la mostra “Da Bacon ai Beatles. Nuove immagini in Europa negli anni del rock”, che ha tra i curatori l'assessore alla Cultura di Lecco, Michele Tavola.
Ho provato un'intensa emozione nel ripercorrere la cultura di quei tempi che mi videro poco più che adolescente, anche grazie allo splendido allestimento “sonoro” ideato da Storyville, con speciali audio guide che regalano all'ascoltatore le voci del grande rock e pop di allora, dal giovane Elvis ai mitologici album dei Beatles, all'avvento dei Rolling Stones. Un bagno refrigerante negli anni '50 e '60, con le sperimentazioni pittoriche che vanno di pari passo con quelle musicali, le opere dei grandi Bacon, Cèsar, Giacometti, Dubuffet e i nostri Baj, Tadini e Schifano, e quelle della “swinging London”.
Uscito dalla mostra, ho subito riflettuto su come fatti e persone dell'altro ieri siano già diventati storia e quale ricchezza inventiva ci fosse allora, in arte e in musica, ma anche in letteratura e nel cinema, un confronto schiacciante con i nostri tempi, vuoti, decadenti e senza idee. Che cosa rimarrà di noi tra mezzo secolo?
Mirko Cambielli
Lecco
Caro Cambielli,
quei tempi fermentavano grazie al lievito del dopoguerra, una spinta formidabile che garantiva voglia di scoprire ed esplorare nuovi orizzonti poetici ed estetici, in ogni forma espressiva. Una vera e propria rivoluzione del gusto, dettata dalla voglia di affrancarsi dal dramma della guerra e dalla povertà.
Oggi sarebbe impossibile ritrovare motivazioni simili, e poi l'arte è figlia del suo tempo, così i nostri artisti riflettono il mondo in cui operano, un mondo anestetizzato dal denaro e da un'indubbia “sazietà” intellettuale.
Non a caso le idee più originali vengono da pittori, scultori o musicisti di Paesi più poveri o emergenti, che ritrovano condizioni simili a quelle dell'Europa di oltre mezzo secolo fa.
Vittorio Colombo
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