Gli esperti in tv: dicono tutto ma sanno poco

Molte gente si definisce esperta, quasi sempre col senno di poi

Molta gente si definisce "esperta" nei campi più disparati: costoro spiegano per filo e per segno ogni fenomeno sociopolitico ed economico, peccato che lo spiegano sempre dopo che tale fenomeno si è verificato, mai prima. Ad esempio, tutti interpretano il voto politico degli italiani ma pochi si sbilanciano prima della fine degli spogli elettorali; oppure, più drammaticamente, nessun esperto di economia aveva previsto il crollo del potere d’acquisto dei salari italiani con l’avvento dell’euro. Allora tutti questi esperti, sono esperti di che cosa?

Roberto Colombo

Di sicuro sono esperti del modo in cui spendere il credito acquisito nel proprio ramo professionale. C’è chi dell’opinionismo ha fatto un secondo, e spesso redditizio, mestiere avendo tra l’altro scoperto la possibilità, incrementata dall’offerta dei media, d’allargarsi nel sentenziare, passando dal proprio campo di specifica competenza a un altro. Con molta disinvoltura e senza preoccuparsi troppo dell’effetto o delle conseguenze: la chiacchiere denunciano massima volatilità, e sono pochi quelli che all’indomani ricordano commenti, previsioni, analisi e verdetti del giorno prima. Contraddirsi o sbarellare ha perciò scarsa importanza. E comunque l’onda è questa, né vi è chi non la segua. Se per esempio si dovesse guardare alla sostanza di certi talk show televisivi, bisognerebbe subito interromperne la serie. Che invece va avanti, con ospiti anelanti all’invito, conduttori compiaciuti di far dire di tutto arrivando a sintetizzare sempre o quasi sempre il nulla, spettatori spesso resistenti a cambiare programma o a schiacciare il tasto di spegnimento. Gli ospiti, cioè gli esperti, certamente ci marciano, ma non ci marcerebbero se un intero sistema ne evitasse l’ingrasso, anziché favorirlo. Quanto al merito degl’interventi, è vero: risultano pochi che quelli che c’azzeccano nel dir la cosa giusta. Basti prendere il crisone economico-finanziario che ci sta strozzando: da settimane fior di luminari, convocati al capezzale del globalismo ammalato, danno per prossima la discesa della febbre. E invece a scendere seguitano ad essere le Borse, una peggio dell’altra. Guai poi a fare esercizio di memoria: qualcuno si ricorda di voci che abbiano dato l’allerta su quanto stava per accadere? Di pronostici sull’imminente catastrofe? Di raccomandazioni ai non esperti dei mercati azionari e affini? Macché, nessun ricordo. Anche se adesso si fa la fila sui giornali e in tivù per dichiarare: io purtroppo l’avevo previsto. Io chi?

Max Lodi

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