Codurelli, ipotesi dimissioni
Al suo posto Enrico Dioli

La notizia è arrivata ieri dopo l'annuncio della Codurelli di voler lasciare la poltrona di deputata. Una scelta a sorpresa, ma spiegata nei dettagli da lei stessa. «Votare la manovra del governo Monti è stata una delle sofferenze più grandi della mia vita. Per questo ho pensato che fosse l'ultimo mio atto da deputata». Lucia Codurelli, deputata lecchese del Pd, ha deciso di mollare la sua poltrona per coerenza

SONDRIO - È stato il primo dei non eletti nell'ultima tornata elettorale politica. Davanti a lui è partita per il Parlamento di Roma la lecchese Lucia Codurelli, Pd. Ora le cose potrebbero cambiare e rimettere Enrico Dioli in corsa verso uno scranno della Camera. Dioli, del resto, classe 1948, ex presidente della Provincia di Sondrio, anch'egli candidato nella lista del Pd, non è mai riuscito ad essere eletto per la volta di Roma. Ora si apre uno spiraglio.

La notizia è arrivata ieri dopo l'annuncio della Codurelli di voler lasciare la poltrona di deputata. Una scelta a sorpresa, ma spiegata nei dettagli da lei stessa. «Votare la manovra del governo Monti è stata una delle sofferenze più grandi della mia vita. Per questo ho pensato che fosse l'ultimo mio atto da deputata». Lucia Codurelli, deputata lecchese del Pd, ha deciso di mollare la sua poltrona per coerenza. La notizia è rimbalzata ieri anche in Valtellina, anche se in realtà già sabato scorso la deputata aveva annunciato sul suo blog la decisione e mercoledì aveva incontrato Pierluigi Bersani e il capogruppo per comunicargli quella che ritiene una scelta ragionata e irrevocabile. Le sue dimissioni sono già state consegnate al presidente della camera, Gianfranco Fini. Ma il segretario Bersani, le ha chiesto di pensarci ancora un po', di prendersi un po' di riposo e riparlarne dopo le feste.

«Lo farò, glielo devo, la mia stima nei suoi confronti è immutata - dice la Codurelli - ma purtroppo questi giorni per me sono stati una vera sofferenza, non posso dimenticare chi sono, da dove provengo e la sofferenza delle persone come me che hanno lavorato in fabbrica e ora si vedono capovolgere le aspettative di una vita». «Ho passato 32 anni in fabbrica e altri quattro a fare cameriera, - continua - ho riscattato gli anni mancanti alla pensione pagando e ora sarei nella condizione di tante persone che oltre a dover pagare moltissimo si ritrovano a rimettere tutto in discussione. È vero - ragiona la Codurelli - siamo in un periodo difficile, approvare questa manovra era una questione di vita o di morte ma per qualcuno molto più di morte che di vita». Ma d'altronde il voto non lo ha fatto mancare. Per correttezza verso il partito, ma soprattutto per smarcarsi dalla Lega.

«Io non potevo mischiarmi con i leghisti - ha detto - hanno superato ogni limite. Se siamo in questa condizione è anche colpa loro e ora si mettono a fare certe buffonate, che vergogna».

Lucia Codurelli è alla Camera dal 2006 e di bocconi amari in questi anni ne ha ingoiati parecchi, ma questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. «Sentire parlare di privilegi finalmente toccati mi ha fatto star male - aggiunge - non sono gli operai a mille euro al mese di pensione i privilegiati, i privilegi veri non sono stati nemmeno sfiorati perché purtroppo i voti in Parlamento sono gli stessi dell'altro governo. Ma allo stesso tempo anche questa persecuzione nei confronti nostri, della cosiddetta casta è stato motivo di grande disagio. Io cerco di fare il mio lavoro al meglio e sentire tanto disprezzo mi fa pensare: ma chi me lo fa fare?».

Le dimissioni ora andranno votate alla Camera e potrebbero anche essere respinte. Diversamente verrebbe a crearsi un posto nelle fila del Pd che, a quel punto, sarebbe destinato al primo non eletto della cricoscrizione Lecco-Sondrio, e cioé proprio a Enrico Dioli, rimasto comunque fuori dal Parlamento anche dopo nonostante un ricorso al Tar.

«Ho chiesto che il mio volere venisse rispettato ma può essere che non sia così - dice ancora - in ogni caso ci penserò ancora su come mi è stato chiesto, so bene che al mio posto non subentrerà un operaio. Bersani si è impegnato in prima persona ad affrontare d'ora in avanti i temi del lavoro e dell'equità e io mi auguro che ci riesca. E mi auguro anche che il mio gesto almeno abbia provocato un po' di dibattito all'interno del Pd».

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