Civate: il Cornizzolo
chiede aiuto al ministero

Il Coordinamento di circa cinquanta associazioni "denuncia" il rischio dell'apertura di nuovi fronti di cava anche alla regione e alla soprintendenza ai Beni architettonici e il paesaggio. Osservato speciale il complesso abbaziale di San Pietro al Monte

CIVATE Il Coordinamento Cornizzolo "denuncia" la Provincia al ministero e alla soprintendenza per i Beni architettonici e il paesaggio: questi - insieme al governatore della Lombardia in persona, Roberto Formigoni - sono i principali destinatari del documento firmato da una cinquantina di associazioni, la metà delle quali lecchesi e le altre del Comasco. 

Sono tanti, ormai, i soggetti riuniti nel Coordinamento, al quale appartengono storici fondatori - come la Sec di Civate, la Sev di Valmadrera, il "Gruppo difesa natura" di Suello - e forze nuove come Wwf, Libera, il Fai di Lecco, fino al centro ornitologico di Varenna; alcuni sono dunque di rilevanza anche nazionale, tutti s'impegnano negli «ambiti sociali, culturali, ambientali e ricreativi con un rilevante numero - ricordano - di soci»: segnalano «con  preoccupazione» a Roma e a Milano «un pericolo incombente sul complesso abbaziale di San Pietro al Monte e per il paesaggio nell'area dei  laghi briantei a causa  dell'apertura, da  parte della Provincia di Lecco, del procedimento  relativo a un nuovo "piano cave"».

Calano perciò sul tavolo del ministero e della soprintendenza la carta della tutela secondo una normativa del 2004 che riguarda «ambiti e bellezze d'insieme».

Tutti i dettagli e gli approfondimenti del confronto su "La Provincia di Lecco" in edicola giovedì 19 gennaio.

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