Finalmente dalla Sinistra una buona novella, quella dell'accordo Renzi-Bersani. Peccato che non sia avvenuto prima delle importanti Primarie Parlamentari, si sarebbero potute evitare - anche qui a Varese - inutili quanto spiacevoli contrapposizioni tra "bersaniani" (che, con l'appoggio dell'organizzazione, hanno stravinto) e "renziani" (che, privi di un apparato organizzato, sono stati clamorosamente battuti). Ne avrebbe tratto giovamento tutto il Pd, e ne sarebbero emerse figure più rappresentative, che avrebbero riscosso maggiori consensi alle prossime elezioni. Tanto più ora che, con l'entrata (imprevista?) nell'agone politico di Monti a scompigliare le carte, i giochi si faranno più duri perché la sua coalizione sicuramente riuscirà ad attrarre una buona parte dell'elettorato.
Giovanni Dotti
Alcuni renziani usciranno dal Pd per andare da Monti. Non accettano d'essere una minoranza meno rappresentata (10 per cento di candidati) di quanto i risultati delle primarie avrebbero suggerito (40 per cento dei voti). Ma Renzi farà campagna elettorale per Bersani: questione di correttezza, la parola è la parola. Si vedrà tuttavia da quale passione la parola verrà scortata: il rischio è che Renzi dia l'impressione di recitare una parte non sua. Ma farà di tutto per recitarla. Guarda con interesse non all'oggi: al domani. È infatti convinto che la legislatura offrirà sorprese e occasioni, e si prepara a profittarne. Se dopo il voto nascesse un governo Monti-Bersani per impossibilità di Bersani (e idem di Monti) di farne nascere uno tutto suo, il futuro di Renzi potrebbe essere fin da subito non più quello di sindaco di Firenze.
Max Lodi
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