Riello, nessun passo indietro:
il 31 agosto via allo smantellamento
del sito produttivo di Morbegno

Il primo tavolo di confronto con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali cui hanno partecipato le organizzazioni sindacali Fim Cisl e Fiom Cgil, le rappresentanze sindacali unitarie, l’azienda, il Ministero delle imprese e del made in Italy, l’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro (Anpal) e la Regione Lombardia. Solo un ipotetico acquirente potrebbe scongiurare la chiusura

Trentun agosto. E’ questa la data che darà avvio allo smantellamento dei reparti dello stabilimento morbegnese della Riello. Se non interverranno novità. Nessun passo indietro della multinazionale americana Carrier per il sito valtellinese della Riello al tavolo di confronto, il primo, con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali cui hanno partecipato le organizzazioni sindacali Fim Cisl e Fiom Cgil, le rappresentanze sindacali unitarie, l’azienda, il Ministero delle imprese e del made in Italy), l’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro (Anpal) e la Regione Lombardia.

L’azienda ha presentato le motivazioni ed i numeri che hanno portato alla decisione della dismissione del sito ribadendo la volontà di chiudere lo stabilimento di Morbegno e presentando il piano di gestione delle ricadute occupazionali ed economiche, aprendo però alla possibilità di individuare nuovi acquirenti per salvaguardare l’occupazione. La dirigenza ha infatti comunicato di aver nominato un advisor a questo scopo.

Dal canto loro le organizzazioni sindacali hanno chiesto la revoca della procedura e l’intervento da parte della Carrier, subentrata nella proprietà nel 2020, per una reindustrializzazione che tuteli innanzitutto le maestranze. L’azienda ha però ribadito la difficoltà del mercato in generale, anche della multinazionale stessa, confermando la propria decisione. Di fronte a questa posizione Cgil e Cisl hanno dunque comunicato la disponibilità ad incontrare l’advisor per approfondire le possibilità di nuovi acquirenti. Incontro che dovrebbe avvenire entro la fine del mese.

D’altra parte i tempi sono stretti. Sempre l’azienda in occasione dell’incontro di ieri ha infatti indicato nel 31 agosto la data ultima per l’eventuale dismissione della produzione. Da quel giorno in avanti inizierà lo smantellamento dei reparti.

«Ribadiamo la forte esigenza di salvaguardare l’occupazione che deve andare di pari passo con la salvaguardia del reddito delle lavoratrici e dei lavoratori interessati – dicono i rappresentati di Cgil e Cisl -. Questo sarà il primo punto da valutare, che dovrà essere accompagnato con l’ammortizzatore sociale della Cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs). Abbiamo puntualizzato che sarà necessaria una riqualificazione del personale a prescindere da qualunque tipo di decisione. Abbiamo ricordato ancora una volta il contributo fornito dalla Valle per l’insediamento dello stabilimento: trent’anni fa l’azienda ha usufruito della Legge Valtellina». Non soltanto. I sindacati hanno ribadito che la chiusura del sito della Riello di Morbegno impoverirà ulteriormente il territorio sia dal punto di vista sociale, sia da quello economico. Una posizione che era stata fatta propria anche dai rappresentanti delle istituzioni locali, a partire dal presidente della Provincia Davide Menegola e dal sindaco di Morbegno, Alberto Gavazzi.

Il tavolo di oggi è solo il primo di una serie di confronti già programmati. Il 16 maggio è fissata l’audizione in Regione Lombardia, il 22 maggio è fissato il tavolo provinciale dell’unità di crisi, mentre il 12 giugno ci sarà il secondo incontro presso il ministero del Lavoro. Prima di allora le rappresentanze sindacali chiederanno un altro confronto con l’azienda per entrare nel merito dei punti sulla salvaguardia dei livelli occupazionali, sociali ed economici. Intanto, comunque, lunedì le rappresentanze sindacali riuniranno i lavoratori in assemblea per approfondire quanto emerso dalla riunione di ieri e valutare come procedere.

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