Distretto biologico della Valtellina, riconoscimento da Regione Lombardia

Il Distretto vanta oltre 1.900 ettari di superficie agricola condotta con metodo biologico. L’obiettivo è quello di aumentare del 10% questa superficie entro il 2030

Il primo in assoluto ad ottenere il riconoscimento ufficiale in Lombardia, il Distretto biologico della Valtellina che conta 15 aziende socie ora è pronto ad ampliare il proprio raggio di azione e di coltivazione grazie anche al sostegno della Comunità montana di Sondrio. L’attestazione della Regione, che premia il lavoro svolto con impegno e passione dagli agricoltori, sostenuti dagli enti pubblici, apre nuove, interessanti prospettive per l’organismo costituito formalmente nel giugno 2021 grazie al progetto Interreg SinbioVal per la promozione e lo sviluppo dell’agricoltura biologica in Valtellina e in Valposchiavo che adesso è pronto a svolgere un ruolo attivo, partecipando a bandi pubblici, elaborando progetti e promuovendo iniziative.

Allargamento della superficie biologica, reclutamento di nuovi produttori, coinvolgimento dei consumatori sono i prossimi obiettivi, a partire dall’inaugurazione ufficiale, nelle prossime settimane, del Centro del biologico, a Chiuro, che già da qualche mese accoglie le scolaresche per percorsi di visita sensoriali e multimediali. La Comunità montana di Sondrio, che ne aveva promosso la costituzione con il progetto Interreg Sinbioval, è pronta ad affiancarlo nel nuovo percorso verso la promozione e la divulgazione.

«Innanzitutto è un primato che ci rende orgogliosi, l’ennesimo se consideriamo le tante eccellenze agroalimentari a marchio europeo che vantiamo, ma che aumenta le nostre responsabilità - sottolinea il presidente dell’ente montano, Tiziano Maffezzini -. Al potenziale da sviluppare, che già avevamo, si aggiungono gli strumenti per coinvolgere altre aziende e per far comprendere il valore della sostenibilità ambientale a vantaggio dei consumatori e del territorio. Dovremo essere ancora più bravi per sfruttare l’opportunità che la Regione Lombardia ci ha concesso: la produzione biologica allarga e qualifica la nostra straordinaria offerta di eccellenze agroalimentari». Latte e formaggi, miele e marmellate, ma anche vino e mele: le produzioni tipiche valtellinesi hanno tutte una nicchia di biologico rivolta a chi cerca espressamente queste produzioni perché attenta alla sostenibilità ambientale.

Nei giorni scorsi Giancarlo Bongiolatti è stato confermato alla carica di presidente dal consiglio di amministrazione formato da Silvia Scieghi, Giulia Scarinzi, Angelo Beltrama, Fabrizio Tona, Gabriele Colombini, Massimo Rapella, Ivo Londoni e Stefano Scetti. «Sono stati anni molto impegnativi ma questo risultato ci ripaga di tutti gli sforzi - sottolinea il presidente Bongiolatti -: il riconoscimento non dà lustro soltanto a noi produttori biologici ma a tutta la valle e aumenta le opportunità per chi vuole entrare in questo settore e per chi si vuole espandere. Per far crescere il settore noi dobbiamo essere da esempio, una fonte di ispirazione per tante piccole aziende che hanno già espresso il loro interesse. Contemporaneamente dovremo intervenire con azioni di divulgazione e di promozione, soprattutto nelle scuole, per far crescere l’attenzione nei confronti dei prodotti biologici e favorire la commercializzazione».

Per un traguardo raggiunto, il riconoscimento, se ne prospetta un altro, non meno ambizioso: l’aumento del 10% della superficie biologica entro il 2030, in linea con gli obiettivi europei. «Noi ci crediamo - conclude il presidente Maffezzini - e, come enti pubblici, continueremo a sostenere le aziende che intraprenderanno questo percorso. Per la Valtellina l’agricoltura biologica rappresenta un’opportunità che integra l’agricoltura tradizionale, due ambiti che possono coesistere traendo benefici l’uno dall’altro, e che possono contare sul ruolo attivo della Fondazione Fojanini, da sempre all’avanguardia nella ricerca e nella sperimentazione».

Attualmente, l’area del Distretto vanta oltre 1.900 ettari di superficie agricola condotta con metodo biologico. Il Distretto è composto da 15 aziende agricole e 3 operatori della filiera bio, che offrono una vasta gamma di prodotti certificati: ortaggi, mele, patate, uva, frutti di bosco, zafferano, piante officinali, uova e miele, fino ai formaggi più tipici della Valtellina come le dop bitto e Valtellina casera.

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