Acqua di Tartavalle, nuovi impianti pronti. «Un esempio di transizione verde»

Sostenibilità ambientale, certificazione di basso impatto energetico Iso 14000, una centrale fotovoltaica per la produzione di energia elettrica ad uso interno e per la cessione alla rete fanno dell’“Acqua di Bianchi” di Taceno una “Industria 4.0”. Con un investimento ingente nei nuovi macchinari per l’automazione completa del processo di produzione la società si accinge ad iniziare l’imbottigliamento dell’acqua a Tartavalle, a conclusione del piano aziendale di rinnovamento della sede.

La società italiana ma che fa capo all’imprenditore olandese Lodewijk Olaf Bianchi ha ripensato completamente lo stabilimento diventando innanzitutto produttore di energia con la centrale fotovoltaica, autorizzata dal Ministero, che vede la presenza di 500 pannelli solari sul tetto dell’unità produttiva che assolvono completamente al fabbisogno, rendendo possibile anche la vendita dell’energia in surplus. Gli ingeneri ambientali hanno ripensato anche tutta la logistica per avere la certificazione di basso impatto energetico che accompagnerà i prodotti, ispirandosi alla California che ha le norme più restrittive per ridurre l’impatto del carbonio anche nel trasporto e la Iso 14000 è richiesta a tutti i fornitori, dalle etichette alla colla.

«Nulla è stato lasciato al caso. La riduzione del numero di addetti in stabilimento – ha spiegato Lodewijk Olaf Bianchi, in collegamento dall’Olanda – viene compensato dall’investimento nella tecnologia per l’automazione del processo, nel marketing e nella comunicazione all’estero. Siamo il primo esempio di transizione verde in Lombardia».

La produzione in automatico inizia dal bancale dove le bottiglie in vetro vengono caricate a gruppi di 250. Prima operazione è l’applicazione dell’etichetta poi i nastri in plastica, che riducono il rumore, portano la bottiglia al risciacquo, con il recupero dell’acqua utilizzata, poi all’imbottigliamento sia dell’acqua liscia che gassata, con anidride carbonica più raffinata. In un secondo avviene il riempimento e la tappatura con il passaggio poi davanti al laser che incide i dati del lotto e della scadenza. Una seconda macchina combinata automatica provvede a mettere le bottiglie in cartoni da sei e due di essi in un secondo cartone che viene disposto sul pallet per la spedizione con diverse modalità possibili di composizione degli stessi. A quel punto l’operatore deve solo trasportare il bancale, ricoperto da un film di imballaggio innovativo, fino al deposito in magazzino.

Il vice presidente Daniele Casarini aggiunge: «Stiamo cercando di creare hub di distribuzione dell’acqua in paesi lontani, dove è prevista la vendita». All’interno della fabbrica c’è pure la sala con un arredamento del tutto particolare, tra antico e moderno, riservata al ricevimento dei buyer che quando la produzione sarà a regime potranno arrivare in elicottero da Milano fino all’interno del parco di Tartavalle per vedere da vicino dove nasce il prodotto di nicchia legato al lago di Como che fa da traino per la sua notorietà in diverse parti del mondo.

Lo stabilimento di Tartavalle è stato visitato in anteprima anche dal sindaco Alberto Nogara. «Siamo riusciti ad arrivare al primo step che era riavviare l’attività di produzione. Ho visto che siamo a buon punto. Come amministrazione – afferma – siamo soddisfatti per essere riusciti a spingere il ritorno all’attività e cercheremo di farlo anche per la parte delle terme che ha fatto la storia del Comune. La produzione è di nicchia ma l’acqua di Tartavalle è sicuramente una delle migliori d’Italia».

Sul discorso termale, Nogara dice: «Potrebbe dare un respiro ed essere un richiamo turistico non indifferente per Taceno e tutta la Valsassina, anche se non come dagli anni Trenta ai Settanta. Spero che la nuova società possa investire e trovare la forma e la volontà di portare avanti il discorso anche nel campo turistico. L’acqua di Tartavalle – aggiunge – non è più oligominerale bensì acqua medicinale con possibilità importanti da capire. Inoltre ci sono i vulcanelli con il fango che può essere usato per scopi curativi e la cosmesi. Spero infine che il Grand hotel, abbandonato, possa essere rilevato da qualcuno e riattivato».

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