Targhe Tenco, vince Caparezza

Consegnato all’Ariston di Sanremo il premio per il suo “Museica”, miglior disco dell’anno

Vince Caparezza la Targa Tenco per il miglior album dell’anno, perché il suo “Museica” è un signor disco. Ironico e colto, dissacrante e intelligente. La conferma che oggi la canzone d’autore è un’altra cosa, che i cantautori del Terzo Millennio possono essere molto diversi dai grandi vecchi che hanno segnato quarant’anni di cultura musicale italiana. Si può diventare grandi senza rifare De Andrè o Guccini, insomma. Anche perché maestri così non nascono tutti i giorni.

L’Italia è cambiata, la canzone d’autore pure. Il Tenco ne prende atto, e lo certificano gli oltre duecento giornalisti e critici musicali che anche quest’anno hanno assegnato le targhe, consegnate al Teatro Ariston di Sanremo. Davvero una serata speciale, segnata anche dall’emozionante esibizione di David Crosby, in scena con un set inedito, chitarra e voce, prima dei due concerti italiani che a Lucca e a Como hanno fatto registrare il tutto esaurito. Al grande vecchio del rock il Club ha assegnato il Premio Tenco, una sorta di riconoscimento alla carriera andato in passato a nomi del calibro di Tom Waits, Caetano Veloso, Patti Smith, Nick Cave, Silvio Rodriguez, Joni Mitchell, Leonard Cohen.

Per quanto riguarda invece le Targhe, assegnate ai migliori dischi italiani, quest’anno la sezione in dialetto è andata al friulano Loris Vescovo con “Penisolâti”, quella per l’opera prima a Filippo Graziani – figlio di Ivan Graziani - e il suo “Le cose belle”, mentre la “Lettera di San Paolo agli operai” dei Virginiana Miller è stata decretata “migliore canzone”. Nell’unica Targa destinata agli interpreti hanno invece prevalso Raiz e Fausto Mesolella con “Dago Red”, e proprio un loro suggestivo set chitarra e voce ha aperto con la tradizionale “Lontano lontano” questa edizione della rassegna della canzone d’autore, tornata nella sede storica di Sanremo. C’è bisogno del Tenco, oggi più che mai.

(nella foto di Renzo Chiesa il presentatore del Tenco Antonio Silva, Caparezza e il giornalista de “La Provincia” Vittorio Colombo)

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