«Una carriera senza ombre»
Assolto dalla Commissione

Il documentoEcco che cosa scriveva nel maggio 2013 il primario Scoppetta

a chi stava indagando sulle perplessità manifestate da due infermieri

L’apparato dei medici della struttura sanitaria è finito nei guai in particolare per come si sono svolti i fatti al termine dei lavori della commissione interna, appositamente istituita nell’aprile 2013 dal direttore sanitario Roberto Costantina, per dare risposte alle segnalazioni di due infermieri che avevano espresso perplessità rispetto al trattamento farmacologico al quale i pazienti “deboli” erano sottoposti dal dottor Leonardo Cazzaniga.

Emergono infatti alcune relazioni che difendono pienamente l’operato del Cazzaniga e che, rilette ora, lasciano sgomenti. In particolare è emblematica quella redatta dal primario del reparto operativo di Pronto Soccorso Nicola Scoppetta (13 maggio 2013): «Il dottor Leonardo Cazzaniga – si legge - è un medico con specialità in Anestesia e Rianimazione con esperienza consolidata di lavoro in Pronto Soccorso a cui è affidata nei suoi turni lavorativi esclusivamente la gestione della sala emergenza; nella sua carriera sono riportate solo lettere di encomio per la compliance con il paziente e nessuna segnalazione avversa. E’ indubbio che le scelte terapeutiche di questo professionista siano mosse dal controllo dei sintomi refrattari e non dalla induzione della morte del malato. Le scelte dei farmaci utilizzati (riportate anche dalla letteratura) sono condivisibili e basate sulla dimestichezza d’uso; l’utilizzo non comune a tutta l’equipe è dovuta al fatto che il dottor Cazzaniga era fino a pochi mesi fa l’unico rianimatore tra i medici di Pronto Soccorso e quindi l’unico ad avere dimestichezza con questi farmaci».

E ancora: «Dopo attenta analisi dei casi clinici inerenti dell’anno 2012 e 2013 non ritengo si evidenzi una deviazione dei comportamenti tale da compromettere l’etica e la deontologia professionale degli attori coinvolti».

Alla fine dei lavori della commissione, ne viene fuori una comunicazione, inviata agli infermieri che avevano effettuato le segnalazioni, non chiarissima e che non cancella le ombre sulla vicenda: «Il trattamento effettuato – aveva scritto il presidente della commissione Roberto Costantina - nei casi esaminati è stato prescritto da un medico esperto e in possesso di idonee specializzazioni all’uso dei farmaci utilizzati. La particolare esperienza e qualificazione del medico, nonché la destinazione prevalente ad attività nell’area dell’urgenza/emergenza di Pronto Soccorso (codici rossi) giustifica la maggiore esperienza e orientamento all’utilizzo di farmaci a dosaggi terapeutici elevati. Il trattamento effettuato ha utilizzato, in ogni caso, farmaci che rientrano tra i farmaci di categoria pericolosa e con dosaggi non comuni. Non si ravvede un comportamento in modo chiaro e inequivocabile discordante il codice etico e deontologico professionale o, peggio, che possa far ravvisare delle responsabilità dirette sull’esito dei casi trattati».n 
P. Vac.

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