Un Silenzio di flauti

per ricordare Marcella

caduta sul Bernina

L’addio Il saluto all’alpinista lecchese e al suo compagno

durante le tradizionali fiaccolate sul San Martino

Giovedì invece i funerali nella chiesa di Maggianico

L’hanno ricordata dedicandole il “Silenzio” suonato con i flauti di Pan.

La sera dell’antivigilia di Natale una delegazione dei “Picett del Grenta” ha reso omaggio a Marcella Bonfanti, 43 anni, la sfortunata alpinista morta nei giorni scorsi sul Bernina.

In occasione della fiaccolata al San Martino, un classico dell’antivigilia, un pensiero è andato a Marcella Bonfanti, e al compagno Gian Angelo Franchina, 46 anni, di Alzate Brianza, entrambi vittime di una tragedia avvenuta sul Bernina.

Marcella Bonfanti, lecchese, amava e conosceva la montagna. Una passione che coltivava da anni. Lavorava come impiegata nella filiale di Equitalia a Lecco. Era cresciuta a Castello, nella zona della palestra di arrampicata. Dopo le nozze, si era trasferita ad abitare in centro a Lecco. E da quando il matrimonio era finito, viveva ad Alzate Brianza con il suo nuovo compagno. Appena potevano raggiungevano le vette.

Versante italiano

Giovedì, giorno della vigila, nel primo pomeriggio, si sono invece celebrate le esequie della donna, nella chiesa di Maggianico, rione dove abita la famiglia. La donna lascia due bambini piccoli.

Doveva essere un’escursione come tante altre. Domenica scorsa, 20 dicembre, Marcella Bonfanti e il compagno, erano partiti con destinazione il Bernina, per risalire il versante italiano, percorrendo il canalone Folatti, percorso impegnativo, reso ancor più difficile in questa stagione dalla presenza di neve e ghiaccio. I due erano preparati e non era la prima volta che si lanciavano in avventure simili: amavano la montagna e la conoscevano. Conoscevano le sue insidie. Purtroppo il destino li aspettava dietro l’angolo, un volo di oltre 150 metri e per i due non c’è stato nulla da fare.

Li hanno ritrovati due giorni dopo, ormai senza vita, dopo che i familiari insospettiti dal silenzio avevano dato l’allarme.

Dopo ore di perlustrazioni, la VII delegazione del Soccorso alpino Valtellina-Valchiavenna, che fa capo alla stazione di Valmalenco, e i militari del soccorso alpino della Guardia di finanza di Sondrio, individuano i due alpinisti senza vita,in un canalone, a 3.400 metri di quota.

Le ipotesi sulla tragedia

Forse - ma è solo un’ipotesi - i due sono precipitati nel vuoto dopo aver superato il salto verticale che c’è in cima al canalone Folatti. Domenica mattina i due erano partiti da Alzate Brianza. Poi l’attacco del canalone Folatti: Marcella e Gian Antonio quasi certamente si erano già lasciati alle spalle l’ascensione in corda doppia quando forse il terreno ha ceduto (magari a causa della forte escursione termina) e non essendo possibile fare sicurezza l’uno all’altra sono caduti per 150 metri, legati alla stessa corda. Allo stesso destino.

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