Ticket, addio allo sconto di 15 euro
Solo un mese di costo agevolato

Visite ed esami specialistici, addio allo sconto sul ticket. Dopo un solo mese.

Un articolo scritto male, secondo il Governo «in contrasto con l’articolo 117 della Costituzione in materia di coordinamento della finanza pubblica», ha portato Palazzo Chigi a impugnare davanti alla Corte Costituzionale una recentissima legge della Regione (si tratta del cosiddetto “collegato al bilancio”). La giunta regionale ha quindi deciso di sospendere la misura di riduzione del ticket, «in via cautelare».

Un pasticcio, con tanto di accuse reciproche e polemiche incrociate (secondo il Pd si tratta di «un’abile mossa di campagna elettorale»), divenuto subito una beffa per i cittadini: da oggi i 300mila comaschi che non godono di un’esenzione torneranno a pagare tutto il superticket, senza la riduzione - da 30 euro a 15 per le prestazioni più costosi - scattata il primo febbraio scorso. Si torna alla situazione precedente, quindi i pazienti pagheranno di più per una prestazione su cinque (tutte quelle con superticket superiore a 15 euro).

Nel caso di una colonscopia si sale nuovamente a 58,80 euro (la cifra dal primo febbraio era scesa a 51 euro), per una Tac o una risonanza magnetica passa da 51 a 66 euro. Nulla cambia invece, va ricordato, nei casi di superticket inferiore a 15 euro: per una radiografia al polso si pagheranno ancora 20,15 euro, per una visita oculistica 28,50 euro, per un’ecografia ginecologica 40,65 euro. Mentre aumenta di 30 centesimi il costo dell’ecografia all’addome.

Il nodo, come detto, riguarda le competenze di Stato e Regioni. Il superticket è stato introdotto da una disposizione nazionale (con la Finanziaria dell’estate 2011) e quindi la Regione può ridurlo solo se riesce a garantire la stessa cifra attraverso la compartecipazione alla spesa pubblica da parte dei cittadini. Cosa, quest’ultima, che non è avvenuta: «Si è dato mandato alla giunta regionale - si legge nel documento del Consiglio dei ministri - di procedere a una mera riduzione del ticket nazionale, senza adottare le misure alternative di compartecipazione ma solo generiche azioni di efficientamento». «Già in passato - notano ancora a Roma - la Regione aveva disposto una rimodulazione del predetto ticket nazionale, rispettando tuttavia le prescrizioni previste».

Tutta colpa, secondo il consigliere regionale del Pd Luca Gaffuri, di «un emendamento introdotto all’ultimo minuto da Lega, Forza Italia e Ncd, senza copertura». Non solo, Gaffuri sostiene che «la delibera con la riduzione del superticket non è stata toccata» e sarebbe quindi rimasta in vigore, ma la giunta l’ha revocata «con un’abile mossa di campagna elettorale sulla pelle dei cittadini, mossa che peraltro consente alla Regione di risparmiare 25 milioni (tanto valeva la riduzione del superticket, ndr)». «Trovare una soluzione - conclude l’esponente Pd - sarebbe molto facile, se lo si volesse fare».

Ieri il presidente della Regione Roberto Maroni ha affrontato il caso con il premier Paolo Gentiloni.

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