Referendum, la psicosi
delle matite cancellabili

Un messaggio diffuso su Whatsapp genera polemiche e proteste ma il ministero dell’Interno precisa: “Sono indelebili”

Potenza dei social, la psicosi delle matite cancellabili sconvolge la domenica del voto per il referendum, generando da Nord a Sud proteste ai seggi, casse di lapis sostituite, inviti ad aprire gli occhi sulla possibilità di brogli e spiegazioni inascoltate. Nel pomeriggio, giunge la nota del Viminale: “Le matite cosiddette copiative sono indelebili e destinate esclusivamente al voto sulla scheda elettorale. Le Prefetture possono utilizzare anche le matite che sono rimaste in deposito dagli anni precedenti”, spiega il ministero, precisando che si utilizzano matite prodotte da Faber-Castell “da almeno cinque anni”. Basterà a rasserenare gli animi? A giudicare dal merito delle denunce, che segnalano tratti cancellabili o l’uso nei seggi di matite non copiative o più vecchie dei cinque anni indicati dall’Interno, la storia non finisce qui.

Tutto parte da un messaggino diffuso nel giorni scorsi soprattutto via Whatsapp.. “Avviso per chi vota! La matita che vi forniscono per votare è cancellabile! Portatevi una gomma e provate se il voto non si cancella. In caso contrario chiamate le autorità competenti e denunciate”. Questa mattina c’è chi è uscito di casa realmente armato di gomma per cancellare. E al seggio ha fatto la prova, scatenando la suddetta psicosi. Non sarà stato il primo, ma di certo è la sua popolarità ad aver acceso i riflettori su quanto stava accadendo. Piero Pelù, cantante dei Litfiba, che a Firenze ha seguito per filo e per segno (sic) le istruzioni di cui sopra. “La matita che ho usato per votare era cancellabile. Dopo aver provato su un foglio e averlo constatato ho denunciato la cosa al presidente del mio seggio” fa sapere su Facebook.

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