Pugile accusato di terrorismo
Sarà giudicato a Milano

Il dibattimento era stato inizialmente fissato in Corte d’Assise a Como, ma l’imputato ha scelto il rito abbreviato

Ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo sulla pena in caso di condanna, Abderrahim Moutaharrik, 27enne marocchino campione di kickboxing, finito in carcere lo scorso aprile con l’accusa di terrorismo internazionale per presunti legami con l’Isis. La stessa richiesta è stata avanzata dalla moglie, da un’altra presunta terrorista e dovrebbe essere presentata anche da un quarto imputato, anche lui arrestato assieme agli altri.

Il processo con rito abbreviato si terrà davanti ad un gup a Milano, come prevedono le norme, anche se nelle scorse settimane era stato disposto dal gip il processo con rito immediato, come chiesto dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Enrico Pavone e Francesco Cajani, fissandolo davanti alla Corte d’Assise di Como, perché sede di Assise anche per Lecco, città dove vivevano il pugile, difeso dal legale Vittorio Platì, e la moglie Salma Bencharki.

Ha chiesto l’abbreviato anche Wafa Koraichi (difesa dagli avvocati Francesco Paolo Schillaci e Laura Pedretti), sorella di Mohamed Koraichi, marocchino di 31 anni che assieme alla moglie italiana e di 8 anni più grande, Alice Brignoli, e ai loro tre figli di 6, 4 e 2 anni, da più di un anno e mezzo ha lasciato Bulciago, centro nel Lecchese, per unirsi alle milizie dell’Isis. Anche la coppia era tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare, ma i due risultano ancora latitanti.

Dovrebbe presentare richiesta di rito alternativo anche Abderrahmane Khachia (difeso da Luca Bauccio), 23 anni, anche lui marocchino, residente in provincia di Varese e fratello di un altro giovane morto ’martirè in Siria. Stando alle indagini, Moutaharrik avrebbe ricevuto un ordine dal Califfato, lo scorso aprile, inviato tramite WhatsApp: “ascolta lo Sceicco, colpisci!(...) fai esplodere la tua cintura nelle folle dicendo ’Allah Akbar’». E tra gli obiettivi del marocchino ci sarebbero stati Roma e il Vaticano

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