Mangioni, firme

per salvare la cicogna

Un gruppo di mamme ha deciso di mobilitare la cittadinanza contro la chiusura della maternità

«Reparto che funziona nonostante i numeri». Appello su Facebook, in poche ore più di 500 adesioni

LECCO Una cicogna porta un fagottino sorvolando la vetrata. Dietro, il ponte Kennedy. Immagine simbolo di un luogo, il punto nascita nella Mangioni, che dopo Natale chiuderà le serrande. Niente più cicogna ad ammiccare alle mamme, nessun tramonto sul lago a cullare i neonati.

Le mamme, però, non ci stanno, e dicono di no: con una petizione che prende il via in questi giorni e fa appello alla solidarietà di tante generazioni di lecchesi, che qui hanno visto nascere figli di amici e parenti, o semplicemente stimano la clinica come un “pezzo” della storia lecchese. A dare il via alla raccolta firme sono state quattro giovani donne: Luisa Sancineto, Roberta Pinchetti, Arely Polvara e Valentina Innocenti. Le prime due hanno partorito in Mangioni, le altre due all’ospedale: «A testimoniare che non abbiamo nulla contro l’ospedale che, anzi, offre un ottimo servizio. Queste due amiche tuttavia ci sostengono nella nostra battaglia» chiarisce Luisa Sancineto.

Dunque, una petizione, si legge nel testo pubblicato sull’apposita PAGINA DI FACEBOOK , perché ogni donna abbia il diritto di scegliere dove far nascere suo figlio. «Perché, nonostante i numeri, è un reparto che funziona. Perché la clinica Mangioni è un valida alternativa all’ospedale. E anche se non ci sono rianimazione e terapia intensiva neonatale, i professionisti presenti sono in grado di gestire ogni evenienza».

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