L’assassino di Lidia:
«In galera con onore»

Lettera dal carcere del giovane albanese che un mese fa ha ucciso la donna di Mozzate in stazione

Non sembra pentito. E le uniche parole di perdono - direttamente dal carcere - Dritan Demiraj le rivolge solo alla sua ultima compagna, scusandosi per averla messa in un «guaio».

Un guaio, per dirla con le sue parole. Ovvero l’uccisione di Lidia Nusdorfi, la donna di 35 anni, accoltellata la sera dell’1 marzo nel sottopasso della stazione delle Ferrovie Nord a Mozzate.

L’assassino, albanese di 29 anni, ha spedito una lettera dal carcere di Como, dove si trova rinchiuso, apparsa sul sito Rimini Today.Dritan Demiraj chiede perdono alla sua ultima compagna - Monica Sanchi - e si scusa di averla messa in mezzo a quello che definisce “un guaio” senza “aver fatto nulla”. Dal carcere Demiraj afferma di non essere “un vigliacco” e di affrontare la prigione “con onore”.

Nella lettera chiede notizie dei figli «Se un giorno uscirò dal carcere - scrive l’albanese - sarò a casa tua a suonare il campanello e spero che tu mi aprirai».

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