Delitto di Carugo, accuse confermate
«La coppia Rho-Brivio i mandanti»

La chiusura indagini ribadisce il quadro indiziario a carico dell’ex moglie dell’architetto ucciso e dell’amante. Spunta un nuovo indagato: un investigatore privato lecchese accusato di stalking e di calunnia

«Se Maometto non va alla montagna.... la montagna...». A meno di un giorno dall’agguato mortale ad Alfio Vittorio Molteni. Daniela Rho, l’ex moglie, è impegnata in una fitta conversazione via whatsapp con l’amante, il commercialista di Inverigo Alberto Brivio. E nei messaggi “Maometto” - secondo gli inquirenti - sarebbe l’architetto Molteni. La montagna, invece, i killer che, di lì a 24 ore, gli spareranno e lo uccideranno.

La Procura di Como ha definitivamente chiuso l’inchiesta sull’omicidio di Carugo del 14 ottobre 2015 e notificato agli ultimi indagati ancora sotto inchiesta l’avviso che solitamente - ma non necessariamente- prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. E se nell’atto d’accusa vengono confermate in pieno le contestazioni mosse all’ex moglie e al suo amante di essere i mandati del delitto (assieme all’ex guardia giurata Luigi Rugolo, per il quale il pubblico ministero ha già chiesto 20 anni di carcere in udienza preliminare) e a Vincenzo Scovazzo e Giuseppe De Martino di essere due dei tre esecutori (assieme a Michele Crisopulli, per il quale è stata sollecitata una condanna a 16 anni), si scopre che nell’inchiesta è entrato un nuovo indagato. Si tratta di Giovanni Terenghi, 58 anni di Molteno, ex carabiniere, investigatore privato e titolare della In.Ter.Nos. investigazioni di via Cavour, sempre a Molteno. Terenghi è accusato dalla Procura di Como di concorso nel reato di stalking ai danni dell’architetto Molteni, di calunnia e del concorso «morale e materiale» nell’incendio della Range Rover di Molteni, bruciata il 27 maggio 2015 nel garage sotto l’ufficio dello studio professionale di via Risorgimento dell’architetto.

Il servizio su LA PROVINCIA di giovedì 6 aprile 2017

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