Como, la grande vergogna
Accampati 400 migranti
E la politica non fa nulla

Aumenta ancora il numero dei profughi. Tante donne e bambini piccoli. In prima linea solo il volontariato

Da un mese la stazione ferroviaria di Chiasso è il capolinea dei sogni. Sogni nati a migliaia di chilometri da qui, magari su un barcone. Alimentati per settimane, fino all’arrivo a Como. Restano ancora vivi, durante il breve viaggio in treno fino al confine con la Svizzera. Ma a Chiasso, inesorabilmente, si spengono.

Sono centinaia i migranti che provano - ormai da un mese - a oltrepassare la frontiera per raggiungere l’ambita meta, la Germania, partendo dalla stazione di “Como San Giovanni”. Puntualmente vengono respinti dalle autorità elvetiche, allo scalo di Chiasso, e rimandati in Italia. Allora tornano lì, a sforzarsi di coltivare quel sogno, sui prati del parco davanti alla stazione comasca, insieme a tanti altri - per lo più giovani e giovanissimi - che hanno lasciato tutto per cercare un futuro migliore in Europa.

Il numero dei migranti accampati nella zona della stazione San Giovanni è aumentato ancora, sono circa 400. Tra loro, tante donne e bambini, alcuni molto piccoli. Molti hanno fatto domanda di asilo politico in Italia e si sono allontanati volontariamente dai centri di accoglienza, al Sud, stanchi di aspettare un verdetto che non arriva mai (per il responso possono servire anche due anni, e nella maggior parte dei casi è negativo). In questo modo, pur schedati e fotosegnalati, si sono preclusi la possibilità di trovare ospitalità in uno dei centri del nostro territorio.

Le associazioni di volontariato si sono mobilitate, sta per essere attivato anche un presidio sanitario. Il problema è che queste persone restano in un limbo, non si vedono vie d’uscita o possibili svolte all’orizzonte. Sono destinate a restare in stazione a oltranza, dormendo all’aperto o sotto un portico? Per le famiglie e i soggetti più fragili è stato montato un tendone in tangenziale, inoltre la parrocchia di Sant’Agata ha messo a disposizione 20 letti e qualche ragazzo è stato accolto a Rebbio dal parroco. Ma tutti gli altri?

Su La Provincia del 6 agosto due pagine speciali

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