Assoldò i killer per il delitto
Pirrotta, confermato l’ergastolo

La Cassazione ha condannato l’uomo considerato il mandante dell’omicidio di Antonio Caroppa nel 2012

Dopo la corte d’Assise d’Appello di Milano nel 2014, anche la Cassazione ha confermato la condanna al carcere a vita per Santo Valerio Pirrotta, 50 anni di Lurago d’Erba, ritenuto colpevole di aver assoldato due assassini per dare una lezione a un padre di Paderno d’Adda la cui colpa era stata quella di innamorarsi di una donna in precedenza legata a un pluriomicida.

L’indagine per quel delitto aveva di volta in volta svelato personaggi sempre più inquietanti, alcuni condannati altri solo sospettati di aver avuto un ruolo nella morte del povero Antonio Caroppa, operaio di 40 anni, ucciso nel garage della sua casa il 10 maggio 2012 con un colpo di pistola esploso a bruciapelo da Tiziana Molteni, 56 anni di Inverigo, e da suo cugino Fabio Citterio, 48 anni programmatore informatico di Lurago d’Erba (condannati in primo grado a trent’anni e sentenza confermata anche in Appello).

I due assassini avevano chiamato ben presto in causa Santo Valerio Pirrotta, indicato come l’intermediario tra il vero mandante e la coppia di cugini. I carabinieri avevano così iniziato ad aprire la matrjoska arrivando a sospettare di Alberto Ciccia, detenuto a Terni per un triplice omicidio commesso nel ’96 a Terni. Movente passionale, era stato ipotizzato. La convivente di Caroppa, Stefania Iannoli, era stata legata in passato ad Alberto Ciccia prima di rifarsi una vita, a fronte della condanna all’ergastolo del pluriomicida..

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