Ancora ombre sul delitto di Asso
Scende in campo anche il Ris

Era morto un ragazzo di 29 anni, abbandonato lungo la Provinciale

Nuovi accertamenti nell’ambito delle indagini per l’omicidio di Norddine El Amari, 29 anni, ucciso lo scorso 7 marzo ad Asso, in località Gemù, al culmine di una lite innescata da chissà quali ragioni. Per quell’omicidio, lo ricordiamo, è tuttora in carcere Youness Zarhnoun, detto Mimmo, 26 anni, domiciliato a Cabiate ma di fatto in Italia senza fissa dimora. Le ultime novità riguardano la trasmissione nei laboratori del Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Parma, di alcuni reperti per l’effettuazione di una serie di rilievi biologici e dattiloscopici, relativi cioè alle impronte digitali.

Del resto la ricostruzione della dinamica dell’omicidio è tutt’altro che chiara. Nel senso che i due vennero alle mani al culmine di un litigio innescato per motivi probabilmente futili, e in un contesto di “robusto” consumo non solo di alcolici. Ferito mortalmente, El Amari fu poi trasportato all’esterno dello stabile di Gemù che probabilmente aveva fatto da palcoscenico al delitto, ed era stato abbandonato sul ciglio della provinciale dove, nel cuore della notte, era stato raccolto dai soccorritori, quando ormai era troppo tardi. Da allora Zarhnoun attende in carcere il completamento della fase preliminare dell’indagine, assistito dagli avvocati Massimo Guarisco e Fabrizio Maldini.

L’indagine, almeno inizialmente, aveva anche consentito di stabilire che la vittima sarebbe probabilmente sopravvissuta se soltanto i soccorsi fossero stati avvertiti un po’ prima. Impiegò circa un’ora il povero Norddine El Amari per andarsene, vittima di un solo fendente sotto la scapola destra che - stanti gli esiti dell’autopsia - avrebbe potuto essere curata.

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