Accusati del delitto di Carugo
Il pm: «Condannate i tre killer»

Il processo Rito abbreviato per gli imputati alla sbarra per l’omicidio dell’architetto Molteni

Sembrava che non ci avremmo mai capito un tubo, che gli assassini di un delitto senza un movente - e con una vittima al di sopra di ogni sospetto - sarebbero rimasti per sempre ignoti. Invece, a nemmeno un anno e mezzo di distanza da quell’agguato, il tribunale di Como sta per chiudere il primo round del processo contro i presunti esecutori materiali dell’omicidio dell’architetto Alfio Vittorio Molteni, freddato sul cancello di casa la sera del 14 ottobre 2015.

Ieri mattina, nell’aula di corte d’assise di Como - davanti al giudice dell’udienza preliminare Ferdinando Buatier de Mongeot - sono comparsi Michele Crisopulli, 46 anni, originario di Desio, accusato di omicidio volontario, porto abusivo d’arma da fuoco, rapina, furto e incendio (quello dell’auto del figlio della vittima, utilizzata per l’uscita di scena), Giuseppe De Martino, 60 anni, originario di Castellamare di Stabia ma residente a Cesano Maderno, a giudizio per i soli reati di stalking e di incendio (la scorsa settimana la Procura gli ha comunque ufficialmente contestato anche la compartecipazione all’agguato mortale, per la quale sarà processato in altra sede), e Luigi Rugolo, 45 anni, origini napoletane, guardia giurata e figura chiave della vicenda, trait d’union con i presunti mandanti (l’ex moglie di Molteni, Daniela Rho, e l’amante di quest’ultima, il commercialista Alberto Brivio), accusato di omicidio, stalking, incendio, calunnia e rapina. Il pm Pasquale Addesso ha invocato condanne per tutti: vent’anni proprio per Rugolo, 16 per Crisopulli, “soltanto” 8 per De Martino.

È stata un’udienza lunga e difficile.

Si torna in aula il 14 aprile per eventuali repliche del pm e per la sentenza.

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