Cave, a Lecco scavati quasi 250 mila metri cubi in un anno

Sono 247.734 i metri cubi scavati nel corso del 2023 nelle cave presenti sul territorio di Lecco. Per i diritti di escavazione, le autorità locali hanno incassato nel complesso 121.389 euro. L’84% di questo importo, ossia 101.867 euro, viene versato al comune, il 14% è incassato dalla Provincia e il 2% spetta alla Regione.

Nel dettaglio, attualmente a Lecco sono attive due cave, entrambe situate nell’area del monte Magnodeno e tese all’estrazione del calcare. Nella “vaiolo bassa”, gestita dalla Fassa srl, lo scorso anno sono stati scavati 43.236 metri cubi mentre nella “vaiolo alta”, in cui opera la Unicalce spa, la quantità di materiale scavato è stata pari a 204.498 metri cubi. Nell’elenco pubblicato sull’albo pretorio del comune compare anche la terza cava situata sul monte Magnodeno, ovvero la “Cornello”, che però lo scorso anno non ha registrato alcuna attività.

Benché accantonato da un po’ di tempo, quello delle cave rimane sempre una delle questioni aperte più delicate in città quando si parla di ambiente. Tra 2021 e 2022 si sviluppò un intenso dibattito pubblico intorno soprattutto al futuro della cava “vaiolo alta”. In particolare, nel maggio 2021 la conferenza dei servizi aveva autorizzato Unicalce ad estrarre, a partire dal 2024 e fino al 2034, ulteriori 2milioni 791mila metri cubi di materiale. Questa concessione fu poi articolata nella convenzione firmata tra Palazzo Bovara e la società a fine 2022. Nel dettaglio, la società potrà scavare fino al 2032 mentre gli ultimi due anni dell’accordo dovranno essere dedicati al recupero ambientale. Quest’ultimo, inoltre, avverrà attraverso il rimodellamento morfologico del fronte estrattivo esaurito, con l’abbattimento dei gradoni, a cui seguirà la ripiantumazione del 90% dell’area.

Al termine della convenzione, fissato nel 2034, il comune potrà decidere di acquisire la zona per poi destinarla ad uso pubblico. In base all’accordo firmato a fine 2022, inoltre, tra gli impegni a carico della società figuravano la manutenzione delle vasche di laminazione lungo il torrente Tuff, la pulizia della fognatura (acque bianche) nel tratto tra via Fornaci, Corso Carlo Alberto fino al Valletto Olasca e la manutenzione dell’alveo intubato dal valletto Olasca alla confluenza con il torrente Bione.

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